La pronuncia del TAR del 2025 si concentra sulla responsabilità dell’Amministrazione militare, in particolare del Ministero della Difesa, per i danni alla salute subiti dal ricorrente in relazione alla sua attività di paracadutista. Di seguito si analizza passo per passo il contenuto e le implicazioni della decisione, evidenziando i punti principali e il quadro giuridico-fattuale.
1. **Perizia del CTU e nesso di causalità**
La perizia del CTU evidenzia che le attività di paracadutismo avrebbero dovuto essere vietate in via permanente, e comunque per almeno 6 mesi, come disposto in specifici momenti e anche successivamente al giudizio di non idoneità. La frase “le attività di servizio di paracadutista avrebbero dovuto essere impedite in modo permanente, come disposto per soli 6 mesi” indica che l’Amministrazione, pur avendo avuto l’obbligo di sospendere le attività, non avrebbe adottato le misure necessarie.
Il nesso di causalità tra le omissioni dell’Amministrazione e le patologie del ricorrente è riconosciuto sulla base della constatazione che, a maggior ragione, il giudizio di non idoneità doveva essere emesso dopo l’intervento chirurgico alla colonna vertebrale, che si è verificato nel 2018. La mancata adozione di tale giudizio ha contribuito ad aggravare lo stato di salute del militare, configurando una causalità omissiva.
2. **Colpa e responsabilità dell’Amministrazione**
L’assenza di un giudizio di non idoneità, nonostante i presupposti e le evidenze cliniche, ha avuto conseguenze dirette sull’aggravamento delle condizioni patologiche del ricorrente. La decisione evidenzia che questa omissione costituisce un comportamento colposo, che ha posto il militare in attività di servizio rischiose e controindicative, aggravando la sua condizione.
Il profilo soggettivo di colpa emerge dal fatto che l’Amministrazione, conoscendo le patologie e le restrizioni consigliate, ha comunque consentito al militare di continuare l’attività, esponendolo a rischi maggiori e contribuendo alla lesione della sua salute.
3. **Responsabilità del Ministero della Difesa**
Il giudice conclude che sussistono i presupposti per ritenere il Ministero della Difesa responsabile dei danni alla salute del ricorrente. La responsabilità deriva dall’aver protratto l’attività lavorativa nonostante l’esistenza di patologie che imponevano la cessazione immediata o, almeno, l’applicazione di misure cautelari adeguate.
4. **Situazione al momento della visita e idoneità**
Si evidenzia che, in data successiva, in occasione di una visita ambulatoriale, il militare veniva riconosciuto idoneo in modo parziale, e continuava a svolgere attività di paracadutista. Ciò suggerisce che, nonostante le problematiche di salute, l’Amministrazione abbia erroneamente riconosciuto l’idoneità, non adottando le misure di tutela necessarie.
5. **Quantificazione del danno**
Infine, si sottolinea che per la determinazione del risarcimento occorre considerare il danno non patrimoniale subito dal ricorrente, cioè il pregiudizio di natura psico-fisica derivante dall’aggravarsi delle patologie e dalla condotta omissiva dell’Amministrazione.
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### Implicazioni e considerazioni finali
- **Responsabilità Omissiva**: La sentenza evidenzia come l’omissione di adottare giudizi di non idoneità, nonché la mancata sospensione delle attività, costituisca un comportamento colposo che ha causato un danno alla salute del militare. La responsabilità dell’Amministrazione deriva quindi sia da comportamenti attivi (non sospendere attività) sia da omissioni (mancata emissione di giudizio di non idoneità).
- **Obbligo di tutela**: La pronuncia ribadisce l’obbligo delle Pubbliche Amministrazioni di adottare tutte le misure necessarie per tutelare la salute dei propri dipendenti, specialmente in presenza di condizioni patologiche note e aggravate da attività rischiose.
- **Risarcimento**: La richiesta di ristoro del danno non patrimoniale si inserisce nel quadro di tutela risarcitoria del danno alla salute, riconoscendo che la lesione fisica e psichica derivante da condotte omissive può e deve essere risarcita.
- **Importanza delle evidenze cliniche**: La sentenza sottolinea come le valutazioni cliniche, i giudizi di idoneità e le misure precauzionali siano fondamentali per la tutela dei lavoratori, e come l’inerzia dell’Amministrazione possa costituire un elemento di responsabilità.
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In conclusione, questa decisione rappresenta un importante precedente in materia di responsabilità per omissione dell’Amministrazione nel contesto delle attività lavorative rischiose, sottolineando il dovere di adottare tutte le misure di tutela necessarie per prevenire danni alla salute dei dipendenti pubblici, con particolare riguardo alle situazioni di rischio e alle patologie già accertate.
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