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10 giugno 2025

La pronuncia della Corte di Cassazione del 28 maggio 2025, n. 14222, rappresenta un importante punto di riferimento in materia di onere della prova nel contenzioso tributario, in particolare per quanto concerne la deducibilità dei costi da parte del contribuente. La Corte ha riaffermato con fermezza il principio secondo cui l’onere della prova insiste sempre sul contribuente, che deve dimostrare l’esistenza, la natura e la destinazione dei costi portati in deduzione.

 



La pronuncia della Corte di Cassazione del 28 maggio 2025, n. 14222, rappresenta un importante punto di riferimento in materia di onere della prova nel contenzioso tributario, in particolare per quanto concerne la deducibilità dei costi da parte del contribuente. La Corte ha riaffermato con fermezza il principio secondo cui l’onere della prova insiste sempre sul contribuente, che deve dimostrare l’esistenza, la natura e la destinazione dei costi portati in deduzione.

Contenuto della pronuncia

La Corte di Cassazione ha sottolineato che, in caso di contestazione da parte dell’Amministrazione finanziaria circa i costi dedotti dal contribuente, quest’ultimo ha l’obbligo di provare e documentare:

- l’esistenza dei costi sostenuti;
- la loro natura e qualificazione come costi di impresa;
- la loro correlazione con l’attività produttiva;
- la concreta destinazione dei costi all’attività d’impresa.

In altre parole, il contribuente deve fornire elementi probatori che attestino che i costi sono stati effettivamente sostenuti nell’ambito dell’attività economica e sono riconducibili ad essa, dimostrando così la loro pertinenza e deducibilità.

Principio di giurisprudenza costante

La Corte ribadisce che questa impostazione rappresenta un principio consolidato e costante nella giurisprudenza tributaria, secondo cui il contribuente deve assumersi l’onere di dimostrare i fatti costitutivi del costo dedotto. La prova deve riguardare:

- l’esistenza del costo (che si traduce nella dimostrazione della spesa sostenuta);
- la sua certezza e oggettiva determinabilità (cioè, che il costo non sia indeterminato o ipotetico);
- la sua connessione con l’attività di impresa.

L’onere della prova, quindi, si configura come un onere "originario" del contribuente, che deve dimostrare la realtà e la qualificazione del costo prima ancora di contestazioni o pretese dell’Amministrazione.

Implicazioni pratiche

La pronuncia evidenzia l’importanza per i contribuenti di mantenere una corretta e dettagliata documentazione delle spese sostenute, così da poter supportare la deducibilità dei costi in sede di controllo fiscale. La mancanza di documentazione adeguata o di prova convincente può comportare la perdita del diritto alla deduzione, con conseguente applicazione di sanzioni e maggiori imposte.

Conclusioni

In sintesi, la sentenza Cassazione 2025 ribadisce con forza che l’onere della prova sui costi dedotti in dichiarazione dei redditi rimane sempre in capo al contribuente, che deve provare l’esistenza, la natura e la destinazione dei costi stessi. Questa impostazione rafforza l’importanza della documentazione e della corretta tenuta delle scritture contabili, contribuendo a chiarire il ruolo attivo del contribuente nel dimostrare la legittimità delle deduzioni fiscali.


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