Corte dei Conti 2025-Ex carabinieri ottengono il ricalcolo della pensione, ma perdono in appello: condannati a restituire tutto
**Contesto della vicenda**
La questione nasce dal diritto degli ex appartenenti all’Arma dei Carabinieri di vedere ricalcolata la propria pensione sulla base di un’aliquota più favorevole, prevista per i militari, specificamente il 44%. Nel 2020, un primo giudice aveva riconosciuto loro tale diritto, ordinando all’Inps di procedere al ricalcolo e al pagamento delle somme arretrate. Tuttavia, questa sentenza di primo grado è stata successivamente riformata in appello, con la Corte dei Conti che ha confermato la legittimità del recupero delle somme erogate in eccesso.
**Dettagli della vicenda giudiziaria**
- **Prima sentenza (2020):** Riconoscimento del diritto al ricalcolo pensionistico e pagamento degli arretrati.
- **Impugnazione dell’Inps:** L’ente previdenziale ha impugnato la sentenza, sostenendo che non avesse ricevuto notifica tempestiva e che il ricorso in appello fosse tardivo.
- **Sentenza di appello:** La Corte dei Conti ha ritenuto comunque valida e tempestiva la impugnazione dell’Inps, e ha riformato la prima decisione, stabilendo che i pensionati non avevano più diritto al ricalcolo richiesto.
- **Recupero delle somme:** Dopo la riforma, l’Inps ha avviato il recupero delle somme pagate in eccesso: circa 22.362 euro, 9.224 euro e 8.524 euro per i tre pensionati coinvolti.
**Principio giuridico enunciato dalla Corte dei Conti**
La Corte ha sottolineato che la restituzione delle somme non dipende dalla buona fede dei pensionati o dal principio del legittimo affidamento, ma è una conseguenza obbligatoria dell’esecuzione di una sentenza definitiva di secondo grado. La giurisprudenza consolidata afferma che:
- Quando una sentenza di primo grado, anche se provvisoriamente esecutiva, viene riformata in appello, le somme già percepite devono essere restituite.
- La buona fede del beneficiario non può essere invocata per evitare il recupero, poiché si tratta di somme erogate sulla base di una sentenza passata in giudicato, successivamente modificata.
**Implicazioni pratiche e giuridiche**
Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale nel diritto delle pensioni e delle esecuzioni giudiziarie: la definitività di una sentenza di secondo grado prevale sulle erogazioni effettuate sulla base di una decisione precedente, anche se favorevole ai pensionati. La legittimità del recupero delle somme in tali casi è quindi consolidata, rafforzando la tutela della corretta applicazione delle sentenze giudiziarie e la certezza del diritto.
**Conclusione**
La decisione della Corte dei Conti nel 2025 rappresenta un importante precedente, chiarendo che il ricalcolo pensionistico e il recupero delle somme in caso di riforma in appello sono atti legittimi e non soggetti a eccezioni di buona fede o affidamento. Per i pensionati ex carabinieri coinvolti, questa sentenza significa che devono restituire le somme percepite in eccesso, anche se avevano ricevuto le somme in buona fede sulla base di decisioni giudiziarie precedenti.
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