La sentenza della Cassazione n. 6269 del 2025 si inserisce in un contesto normativo recente, segnato dall'introduzione dell'articolo 12 del decreto legislativo n. 110/2024. Questa normativa ha ampliato il perimetro dell'interesse alla tutela giurisdizionale, stabilendo in quali casi specifici l'invalidità della notificazione della cartella esattoriale possa generare di per sé la necessità di ricorrere alla giustizia.
In particolare, il legislatore ha previsto che i nuovi casi di azione “diretta” si applicano anche ai procedimenti già pendenti. Ciò significa che se durante un processo è riscontrata un'invalidità nella notificazione di una cartella, le nuove disposizioni possono influenzare il giudizio in corso, poiché incidono sulla pronuncia finale che deve ancora essere emessa (sia essa una sentenza o un’ordinanza).
Questa interpretazione permette di garantire una maggiore tutela per i soggetti coinvolti, riconoscendo che le nuove norme hanno effetto retroattivo sui procedimenti in corso, a favore di una più ampia accessibilità alla giustizia e di una protezione dei diritti dei contribuenti. Di conseguenza, i giudici sono chiamati a considerare le nuove disposizioni anche nei casi già avviati, assicurando che le decisioni siano in linea con il principio di effettività della tutela giurisdizionale.
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