La sentenza n. 115 del 6 maggio - 21 luglio 2025 della Corte Costituzionale affronta il tema della legittimità costituzionale di norme italiane relative al congedo di paternità obbligatorio, con particolare attenzione ai beneficiari di tale congedo e alle eventuali discriminazioni di genere e di status familiare.
**Contesto e oggetto della pronuncia**
La questione riguarda l’estensione del congedo di paternità obbligatorio, previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, art. 27-bis, ai genitori intenzionali in coppie di donne risultanti come genitori nei registri dello stato civile. In particolare, si evidenzia come la normativa attuale riconosca il beneficio esclusivamente ai padri lavoratori biologici, escludendo le madri intenzionali e le coppie di donne con figli riconosciuti legalmente.
**Principali punti della decisione**
- La Corte ha riconosciuto che l’omessa previsione di un congedo di paternità o di tutela equivalente per le madri intenzionali e le coppie di donne costituisce una violazione del principio di uguaglianza previsto dall’art. 3 della Costituzione.
- Si evidenzia che tale disparità di trattamento potrebbe integrare una violazione anche in relazione agli obblighi derivanti dalle direttive europee di cui alle Direttive 2000/78/CE e 2019/1158 del Parlamento europeo, che mirano a garantire condizioni di lavoro e di tutela pari per tutti i genitori, indipendentemente dal genere o dalla loro condizione familiare.
- La Corte conclude che la normativa, in questa parte, è costituzionalmente illegittima in quanto non garantisce un’effettiva parità di trattamento tra tutti i genitori, senza discriminazioni di genere o di orientamento familiare.
**Implicazioni della sentenza**
- La pronuncia impone al legislatore di adeguare la normativa, estendendo i benefici del congedo di paternità obbligatorio anche alle madri intenzionali e alle coppie di donne legalmente riconosciute.
- Rende evidente l’orientamento della Corte verso la tutela dei diritti di tutte le forme di genitorialità, in linea con i principi europei di non discriminazione e di parità di trattamento.
**Riferimenti normativi e giurisprudenziali**
- Articoli della Costituzione coinvolti: artt. 3 e 117, primo comma.
- Normativa europea: Direttiva 2000/78/CE, Direttiva (UE) 2019/1158.
- Normativa nazionale: Decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, art. 27-bis.
**Conclusione**
La sentenza rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti delle famiglie non tradizionali e sottolinea la necessità di un’interpretazione costituzionalmente orientata che favorisca l’uguaglianza reale tra tutti i genitori, in conformità con gli obblighi europei e i principi fondamentali della Costituzione italiana.
Nessun commento:
Posta un commento