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30 aprile 2025

Tar 2025-(SIM carabinieri) la sentenza analizza una controversia riguardante i diritti e le condizioni di lavoro dei Carabinieri impiegati in servizio di ordine pubblico fuori sede, con particolare attenzione alla disciplina delle indennità, ai tempi di lavoro e alle modalità di riconoscimento delle ore di straordinario durante la consumazione del pasto. Di seguito, si presenta un commento dettagliato suddiviso per punti chiave:

 

Tar 2025-(SIM carabinieri) la sentenza analizza una controversia riguardante i diritti e le condizioni di lavoro dei Carabinieri impiegati in servizio di ordine pubblico fuori sede, con particolare attenzione alla disciplina delle indennità, ai tempi di lavoro e alle modalità di riconoscimento delle ore di straordinario durante la consumazione del pasto. Di seguito, si presenta un commento dettagliato suddiviso per punti chiave:

### 1. Contesto e ruolo dei ricorrenti
I ricorrenti sono Carabinieri con diversi anni di servizio, impiegati principalmente in servizio di ordine pubblico fuori sede, spesso in località diverse dalla propria sede di assegnazione e per periodi prolungati. Ciò comporta disagi e condizioni di lavoro particolari, legate alla mobilità e alle esigenze di ordine pubblico.

### 2. Indennità per servizio fuori sede e norme di riferimento
Gli agenti evidenziano che, per compensare i disagi di tale servizio, l’art. 10 del D.P.R. n. 147/1990 prevede un’indennità specifica, successivamente rideterminata dall’art. 49 del D.P.R. n. 164/2002, che viene erogata come diaria lorda intera nel caso di pernottamento fuori sede (turno intero). In alternativa, se il servizio non richiede il pernottamento, si applica una riduzione del 30% (turno ridotto).

L’obbligo di consumare il vitto fornito dall’amministrazione e di alloggiare in locali messi a disposizione (art. 10, comma 2, lett. e) del D.P.R. n. 147/1990) implica che il personale sia sempre sotto disciplina e controllo durante la consumazione dei pasti.

### 3. Riconoscimento del tempo di pasto come lavoro straordinario
I ricorrenti affermano che, nel corso degli anni, grazie a direttive emanate dal Comando generale dell’Arma dei Carabinieri, il tempo dedicato alla consumazione del pasto è sempre stato riconosciuto come tempo utile ai fini del lavoro straordinario. Questa pratica si basa sull’obbligo di legge che impone ai Carabinieri di rimanere a disposizione dell’Amministrazione anche durante il pasto, rendendo quindi il tempo di consumazione un periodo di impegno lavorativo.

In particolare, fino a gennaio 2021, le circolari interne chiarivano che l’ora dedicata al pasto, qualora eccedente l’orario ordinario di servizio, doveva essere conteggiata come ore di lavoro straordinario. Ciò implica che il personale non poteva considerare il tempo di pasto come semplice pausa, ma come parte integrante della prestazione lavorativa, riconoscendo il lavoro svolto anche durante la consumazione del pasto. “nel verbale della commissione paritetica del 22.02.2008, che i ricorrenti citano in maniera parziale, si legge che «la Commissione Paritetica al termine di un duro ed articolato confronto ha deciso di accogliere favorevolmente la richiesta formulata dal Siulp e da altre OO.SS. e di riconoscere il beneficio dell’ora di lavoro straordinario anche per il periodo durante il quale i colleghi dei Reparti Mobili consumano il pasto prima del rientro in sede. Si tratta, a tutti gli effetti, di orario di servizio, in quanto anche se l’ordine pubblico è concluso, detto personale non viene posto in libertà ma continua il proprio impegno lavorativo»”

### 4. Riconoscimento della continuità lavorativa e decisioni della Commissione paritetica
Il riferimento alla relazione della Commissione paritetica del 22.02.2008 evidenzia che, dopo confronti e negoziazioni, si è deciso di riconoscere il beneficio dell’ora di lavoro straordinario anche per il periodo in cui i Carabinieri, impiegati in servizio di ordine pubblico, consumano il pasto prima del rientro in sede. La motivazione è che, anche se l’attività di ordine pubblico si conclude, il personale non è libero di andare in congedo, ma continua a essere impegnato e a disposizione, quindi il tempo di pasto deve essere considerato come orario di servizio effettivo.

### Commento complessivo:
- **Aspetti positivi:** La normativa e le circolari interne hanno riconosciuto, fino a tempi recenti, che il tempo dedicato al pasto durante servizi di ordine pubblico fuori sede deve essere considerato come tempo di lavoro straordinario, tutelando così i diritti dei lavoratori e riconoscendo l’impegno continuativo richiesto dal servizio. La decisione della Commissione paritetica rafforza questa interpretazione, sottolineando che la continuità dell’attività lavorativa non si interrompe durante il pasto.

- **Punti critici:** La questione si complica con eventuali modifiche normative o interpretative successive al gennaio 2021, che potrebbero aver influito sul riconoscimento del tempo di pasto come lavoro straordinario. La rideterminazione delle modalità di conteggio e il rispetto delle normative vigenti sono aspetti cruciali. La questione riguarda anche il modo in cui l’amministrazione applica tali disposizioni e se le circolari interne siano state aggiornate di conseguenza.

- **Implicazioni pratiche:** La decisione di riconoscere o meno le ore di pasto come lavoro straordinario influisce significativamente sul trattamento economico dei Carabinieri e sulla corretta applicazione del diritto del lavoro. La posizione dei ricorrenti evidenzia una volontà di tutela dei propri diritti, basata su un principio di continuità e di impegno lavorativo che va oltre le semplici norme di servizio.

### Conclusione:
Il quadro delineato mostra un’evoluzione normativa e interpretativa che riconosce il valore del tempo di pasto come parte integrante del servizio di ordine pubblico fuori sede, garantendo la possibilità di maturare ore di lavoro straordinario e di tutela economica per i militari coinvolti. Eventuali cambiamenti successivi e l’interpretazione delle norme devono essere attentamente valutati per assicurare il rispetto dei diritti dei lavoratori e la corretta applicazione delle disposizioni normative e contrattuali pertinenti.


 

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