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01 maggio 2025

La sentenza della Corte di Cassazione n. 11240 del 2025 affronta un tema di grande attualità e rilevanza nel contesto della tutela del consumatore e della responsabilità bancaria nell’ambito delle operazioni online. Di seguito si propone un commento dettagliato, analizzando i punti principali della decisione e le implicazioni giuridiche e pratiche.

 

La sentenza della Corte di Cassazione n. 11240 del 2025 affronta un tema di grande attualità e rilevanza nel contesto della tutela del consumatore e della responsabilità bancaria nell’ambito delle operazioni online. Di seguito si propone un commento dettagliato, analizzando i punti principali della decisione e le implicazioni giuridiche e pratiche.

**1. Contesto della decisione**  
La pronuncia si inserisce nel quadro delle responsabilità delle banche riguardo alle operazioni effettuate sui conti correnti online, con particolare attenzione alle condotte del cliente e alle misure di sicurezza adottate. La Corte affronta il caso di una banca che, in presenza di operazioni non autorizzate, si è detta non responsabile, evidenziando che il cliente aveva fornito le proprie credenziali a terzi, per la sua scarsa competenza informatica.

**2. Argomento centrale: responsabilità della banca e del cliente**  
La sentenza evidenzia che la banca può essere esonerata da responsabilità per operazioni non autorizzate se si dimostra che il cliente ha contribuito in modo determinante alla realizzazione dell’evento dannoso, ad esempio fornendo le proprie credenziali a terzi o comunque agendo con negligenza grave.  
In particolare, la Corte sottolinea che il cliente, in presenza di una "scarsa cultura informatica", ha dato le proprie credenziali a terzi, rendendosi così responsabile delle operazioni fraudolente.

**3. La mancanza di misure di sicurezza adeguate**  
Il punto centrale riguarda anche l’adeguatezza delle misure di sicurezza adottate dalla banca. La sentenza sottolinea che, pur essendo importante che il cliente mantenga comportamenti prudenti, la banca ha il dovere di mettere a disposizione strumenti di sicurezza efficaci e di informare adeguatamente il cliente sui rischi. Tuttavia, nel caso in esame, la casualità di aver dato le credenziali a terzi, associata alla scarsa cultura informatica, ha contribuito alla responsabilità del cliente.

**4. Implicazioni pratiche e consigli**  
La pronuncia suggerisce che, in presenza di un cliente con scarse competenze informatiche, sarebbe opportuno che la banca rifiutasse l’apertura di un conto online o, quanto meno, che adottasse misure di sicurezza più restrittive e fornisse una adeguata formazione/informazione.  
Inoltre, questa decisione sottolinea l’importanza di sensibilizzare i clienti sui rischi legati alla condivisione delle credenziali e sulla necessità di adottare comportamenti prudenti.

**5. Criticità e dibattito**  
La sentenza apre un dibattito sulla responsabilità condivisa tra banca e cliente, evidenziando che il rischio di frodi online non può essere attribuito esclusivamente alla banca, specie quando il cliente si comporta in modo negligente.  
D’altra parte, solleva anche il problema della tutela dei clienti meno esperti, che potrebbero essere penalizzati in caso di operazioni fraudolente a causa di una loro mancanza di competenza informatica.

**6. Conclusione**  
In sintesi, la Cassazione n. 11240/2025 rafforza l’idea che la responsabilità per le operazioni fraudolente sui conti online può ricadere anche sul cliente che, per scarsa cultura digitale, condivide le proprie credenziali. La decisione invita le banche a essere più attente nel valutare le capacità dei clienti e a mettere in atto misure di sicurezza più efficaci, e i clienti a mantenere comportamenti prudenti e informarsi sui rischi.  
Per il futuro, potrebbe essere auspicabile uno sviluppo di strumenti di sicurezza più avanzati e di campagne di sensibilizzazione rivolte ai meno esperti in informatica, al fine di ridurre il fenomeno delle frodi e tutelare entrambe le parti.


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