La sentenza della Cassazione n. 10939 del 2025 affronta un tema di grande rilevanza nel diritto e nell’ambito dei diritti umani, ovvero la tutela delle vittime di femminicidio e la responsabilità dello Stato nel garantire adeguate misure di protezione.
**Contesto della sentenza**
La vicenda riguarda i parenti di una donna vittima di femminicidio, i quali avevano fatto ricorso contro la Presidenza del Consiglio, contestando l’assenza di misure preventive sufficienti da parte delle autorità per tutelare la vita della donna minacciata. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, affermando che non vi fosse responsabilità dello Stato in merito alla mancata previsione di tali misure.
**Principio giuridico affermato**
La Cassazione ha sottolineato che la scelta riguardante il grado di protezione da adottare in situazioni di rischio è riconducibile alla discrezionalità politica. In altre parole, le autorità competenti dispongono di un margine di valutazione discrezionale nell’individuare le misure di tutela più adeguate, compatibilmente con le risorse disponibili e le linee guida generali di policy.
**Analisi e commento**
La decisione si inserisce nel dibattito sul limite tra responsabilità statale e autonomia delle scelte politiche in materia di sicurezza e tutela dei soggetti vulnerabili. La Corte, in questa sentenza, ha ribadito che, pur riconoscendo l’importanza di proteggere le vittime di violenza, non può imporre uno standard di intervento che si trasmetta in obblighi di legge cogenti in ogni caso specifico. La discrezionalità politica è tutelata dall’ordinamento per consentire alle autorità di agire in funzione delle risorse, delle priorità e delle valutazioni di contesto.
**Implicazioni pratiche**
La sentenza evidenzia come, in ambito di femminicidio e violenza di genere, la prevenzione e la protezione richiedano un equilibrio tra diritti delle vittime, responsabilità dello Stato e limiti di intervento. La decisione può essere vista come una negazione di responsabilità statale nel garantire in modo uniforme e tempestivo misure di sicurezza, ma anche come una conferma della complessità di intervento in tale ambito.
**Criticità e riflessioni**
Alcuni potrebbero interpretare la sentenza come un limite alla tutela delle vittime, sottolineando la necessità di un più incisivo intervento statale e di norme più chiare e stringenti. Altri, invece, potrebbero apprezzare il riconoscimento della discrezionalità politica, che permette agli organi competenti di adattare le misure alle specifiche circostanze.
**Conclusioni**
In sintesi, la Cassazione n. 10939/2025 rafforza il principio secondo cui la tutela delle vittime di violenza di genere deve rispettare i limiti della discrezionalità politica, lasciando alle autorità competenti il margine di scelta nel definire le modalità di protezione. Tuttavia, questa impostazione solleva riflessioni sulla necessità di un equilibrio tra autonomia decisionale e doveri di prevenzione e tutela, soprattutto in casi di elevato rischio come il femminicidio.
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