Consiglio di Stato 2025- la decisione del Consiglio di Stato in questa fattispecie può essere articolato considerando i diversi aspetti della pronuncia, la motivazione dell’atto impugnato e le implicazioni giuridiche della sentenza.
**1. Contestualizzazione della vicenda**
L’istanza presentata dal militare riguardava la richiesta di assegnazione temporanea ai sensi dell’art. 42 bis del D.lgs 151/2001, che disciplina le modalità di richiesta e concessione di assegnazioni temporanee del personale militare, al fine di favorire la conciliazione tra vita professionale e privata, in particolare per motivi familiari. La richiesta riguardava un trasferimento presso un ente dislocato nella provincia e regione dove presta attività lavorativa l’altro genitore, con l’obiettivo di garantire la presenza di entrambi i genitori nella stessa area geografica, probabilmente per motivi di assistenza e di tutela familiare.
**2. Motivazione dell’Amministrazione resistente**
L’Amministrazione, rappresentata dal Dipartimento Impiego del Personale dell’Esercito, ha respinto l’istanza con una motivazione piuttosto sintetica: l’istanza non sarà oggetto di trattazione e viene restituita all’interessato, senza ulteriori dettagli sulla motivazione specifica. Questa decisione probabilmente si basa sulla mancata conformità della richiesta ai criteri stabiliti dalla normativa o su una presunta incompatibilità con le esigenze di servizio o altre disposizioni di legge.
**3. Analisi della motivazione amministrativa**
Il motivo di rigetto, secondo il testo, è che l’istanza non sarà trattata e viene restituita. Da un punto di vista giuridico, tale motivazione può risultare carente se non specifica i motivi di esclusione o di non accoglimento, e potrebbe essere considerata come un atto vago o privo di adeguate motivazioni, il che può giustificare un ricorso giurisdizionale da parte del militare.
**4. La pronuncia del Consiglio di Stato**
Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha accolto l’appello del militare e ha annullato l’atto impugnato, cioè il provvedimento di rigetto e restituzione, riconoscendo che esso non era fondato o che non rispettava i principi di legge e di tutela del diritto del ricorrente.
- **Accoglimento del ricorso di primo grado:** La decisione di riformare la sentenza di primo grado indica che il giudice amministrativo ha ritenuto che l’atto impugnato fosse illegittimo o viziato da difetto di motivazione o di contenuto, e ha quindi accolto le pretese del ricorrente.
- **Motivazioni della decisione:** Sebbene nel testo non siano riportate tutte le motivazioni dettagliate, si può dedurre che il Consiglio di Stato abbia ritenuto che l’istanza del militare dovesse essere valutata positivamente, in conformità con le norme di legge, e che l’amministrazione non avesse fornito una motivazione valida per il rigetto.
**5. Implicazioni della sentenza**
- La sentenza stabilisce che l’Amministrazione ha l’obbligo di esaminare le istanze di assegnazione temporanea in modo più approfondito e motivato, rispettando i diritti dei militari e le norme di legge.
- La condanna al pagamento delle spese di giudizio (complessivi € 5.000,00) indica il riconoscimento della legittimità del ricorso e la responsabilità dell’Amministrazione per aver adottato un provvedimento illegittimo.
**6. Considerazioni finali**
Questa pronuncia rafforza il principio secondo cui le decisioni amministrative devono essere motivate e devono rispettare i diritti dei cittadini, anche nel contesto militare, dove le esigenze di servizio devono essere bilanciate con i diritti fondamentali del personale.
In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato rappresenta un importante pronunciamento a tutela dei diritti dei militari, evidenziando l’obbligo di motivazione e di corretta istruttoria da parte dell’Amministrazione, e rafforzando il diritto del soggetto interessato a ottenere una valutazione equa e motivata delle proprie istanze.
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