La sentenza della Corte di Cassazione n. 18063 del 2025 affronta un tema di particolare rilevanza nel diritto del lavoro, incentrato sulla tutela dei diritti del lavoratore in presenza di esigenze familiari e sulla corretta gestione delle modifiche dell’orario di lavoro da parte del datore.
**Contesto e fatti principali**
Il caso riguarda un lavoratore che, assistendo la madre malata, aveva instaurato un suo orario di lavoro consolidato nel tempo. Il datore di lavoro, in un’ottica di riorganizzazione o di esigenze aziendali, proponeva un cambio di orario, ma il lavoratore rifiutava di adeguarsi a questa modifica. Successivamente, il datore di lavoro procedeva con un licenziamento, motivandolo con la volontà del lavoratore di non modificare l’orario di lavoro.
**Principali rilievi della Corte**
La Corte di Cassazione ha ribadito che il diritto del lavoratore di rifiutare modifiche unilaterali dell’orario di lavoro, che comportano un pregiudizio significativo, è tutelato dall’ordinamento, soprattutto quando tali modifiche incidono sulla vita privata e familiare del dipendente, come nel caso di assistenza a familiari malati.
In particolare, la Suprema Corte sottolinea che:
- **Il diritto del lavoratore a mantenere l’orario di lavoro consolidato**: La consolidata prassi o il contratto collettivo applicabile possono costituire un diritto soggettivo alla conservazione dell’orario di lavoro, a meno che non sussistano esigenze organizzative imprevedibili e urgenti da parte del datore di lavoro.
- **L’obbligo del datore di valutare alternative**: Prima di procedere con un licenziamento per giustificato motivo oggettivo o per altre motivazioni, il datore ha l’obbligo di valutare tutte le soluzioni possibili, tra cui la possibilità di offrire un altro posto di lavoro compatibile con le esigenze del lavoratore e dell’azienda.
- **Il principio di buona fede contrattuale e di tutela della vita privata**: La Corte evidenzia che il datore di lavoro deve considerare le circostanze personali del lavoratore, come l’assistenza a un familiare malato, e non può imporre modifiche che comportano un pregiudizio grave senza aver previamente esplorato alternative.
**Conclusioni della sentenza**
La Cassazione ha affermato che non si può procedere al licenziamento di un lavoratore che assiste un familiare malato se questo rifiuta di cambiare l’orario di lavoro consolidato, a meno che non siano state valutate e offerte tutte le alternative possibili, come l’assegnazione di un altro incarico o di un diverso orario compatibile con le esigenze dell’azienda e con le esigenze del lavoratore.
**Implicazioni pratiche**
- I datori di lavoro devono adottare un approccio di buona fede e verificare tutte le possibilità di adattamento dell’orario o di cambio di mansione prima di procedere a licenziamenti.
- Il rispetto delle esigenze familiari del lavoratore può rappresentare un elemento di tutela importante contro eventuali azioni di licenziamento ingiustificate.
- I lavoratori che si trovano in situazioni analoghe possono appellarsi a questa pronuncia per contestare licenziamenti motivati da rifiuto di modifiche dell’orario senza adeguata valutazione delle circostanze e delle alternative.
**In sintesi**
La sentenza n. 18063 del 2025 della Cassazione ribadisce il principio secondo cui il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare tutte le soluzioni alternative prima di procedere con un licenziamento, specialmente quando il rifiuto del lavoratore di cambiare orario è motivato da esigenze familiari e assistenza a un familiare malato. La tutela della vita privata e familiare del lavoratore rappresenta un elemento fondamentale che deve essere considerato nell’ambito delle relazioni di lavoro.
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