La sentenza della Cassazione n. 18055 del 2025 rappresenta un importante precedente giuridico in materia di responsabilità e risarcimento per esposizione all’amianto. In particolare, la decisione conferma che un’azienda può essere ritenuta responsabile e quindi obbligata al risarcimento dei danni ai familiari di un lavoratore deceduto a causa delle conseguenze dell’esposizione a fibre di amianto sul luogo di lavoro.
**Contesto e fatti principali:**
L’azienda napoletana di mobilità, coinvolta nella gestione dei trasporti pubblici, era stata citata in giudizio dai familiari di un proprio dipendente deceduto. Il lavoratore, impiegato presso l’azienda, aveva contratto una malattia asbesto-correlata, che aveva portato alla sua morte. La causa principale del decesso era stata attribuita all’esposizione prolungata all’amianto, presumibilmente verificatasi durante le attività lavorative svolte nell’ambito dell’azienda.
**Principali motivazioni della sentenza:**
La Corte di Cassazione ha riconosciuto la responsabilità dell’azienda sulla base di alcune considerazioni fondamentali:
- **Obbligo di tutela della salute dei lavoratori:** L’azienda, in qualità di datore di lavoro, ha l’obbligo di adottare tutte le misure necessarie per prevenire l’esposizione a sostanze nocive, come l’amianto.
- **Prova di esposizione e causalità:** La sentenza sottolinea come sia stato dimostrato che il lavoratore era stato esposto a fibre di amianto in modo consistente e prolungato, e che questa esposizione ha causato la malattia mortale.
- **Responsabilità per negligenza:** La Corte ha ritenuto che l’azienda non abbia adottato tutte le misure preventive adeguate, configurando così una colpa inadempiente rispetto ai doveri di tutela.
**Impatto e significato della decisione:**
Questa decisione rafforza il principio secondo cui le aziende devono garantire ambienti di lavoro sicuri e monitorare costantemente i rischi inerenti a sostanze pericolose come l’amianto. La sentenza apre la strada a un rafforzamento delle tutele per i lavoratori e per i loro familiari, riconoscendo il diritto al risarcimento anche in assenza di una condanna penale specifica, basandosi sulla responsabilità civile e sulla prova di causalità.
**Implicazioni pratiche:**
- **Per le aziende:** La necessità di adottare misure di prevenzione rigorose, di effettuare controlli periodici e di documentare le attività di tutela della salute.
- **Per i lavoratori e familiari:** La possibilità di ottenere risarcimenti anche in presenza di malattie asbesto-correlate, rafforzando l’importanza della tutela previdenziale e di quella risarcitoria.
- **Per il diritto del lavoro e della sicurezza:** La sentenza sottolinea l’importanza di un’interpretazione proattiva delle norme sulla tutela della salute nei luoghi di lavoro, anche in assenza di specifici obblighi normativi in passato.
**Conclusioni:**
La Cassazione n. 18055 del 2025 rappresenta un ulteriore passo avanti nel riconoscimento dei diritti dei lavoratori e dei loro familiari in materia di esposizione all’amianto. Essa ribadisce la responsabilità delle aziende nel garantire ambienti di lavoro sicuri e nel risarcire chi ha subito danni a causa di negligenza nella tutela della salute. La sentenza si inserisce in un quadro di crescente attenzione sul problema dell’amianto, che vede il rafforzamento delle norme di prevenzione e la tutela delle vittime.
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