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15 luglio 2025

Cassazione 2025- sentenza della Cassazione relativa alla responsabilità civile in questa specifica vicenda evidenzia alcuni aspetti fondamentali della giurisprudenza in materia di responsabilità statale e di risarcimento dei danni subiti da soggetti terzi a seguito di fatti illeciti commessi da appartenenti alle forze di polizia o da soggetti sotto il loro controllo.

 

Cassazione 2025- sentenza della Cassazione relativa alla responsabilità civile in questa specifica vicenda evidenzia alcuni aspetti fondamentali della giurisprudenza in materia di responsabilità statale e di risarcimento dei danni subiti da soggetti terzi a seguito di fatti illeciti commessi da appartenenti alle forze di polizia o da soggetti sotto il loro controllo.

**1. Contesto fattuale e fondamentale:**
La vicenda riguarda un omicidio commesso da un carabiniere, che agisce sotto il comando del suo superiore. Successivamente, la stessa persona coinvolge anche la coniuge, che si suicida. La richiesta di risarcimento dei danni avanzata dagli eredi dell’omicidio è stata respinta dalla Corte di Cassazione, che ha negato la condanna del Ministero della Difesa a risarcire tali danni.

**2. La responsabilità dello Stato e dei soggetti pubblici:**
Nel diritto italiano, il principio della responsabilità civile dello Stato (artt. 2043 e seguenti del Codice Civile) e, in particolare, della Pubblica Amministrazione, implica che le istituzioni pubbliche siano responsabili per i danni causati da propri dipendenti o agenti nell’esercizio delle loro funzioni. Tuttavia, la responsabilità non è automatica e richiede la dimostrazione di una condotta colposa o dolosa, nonché del nesso causale tra questa condotta e il danno subito.

**3. La responsabilità del militare e il ruolo del Ministero della Difesa:**
Nel caso specifico, la Corte ha valutato che non sussisteva una responsabilità diretta del Ministero della Difesa, né una responsabilità del carabiniere che ha commesso l’omicidio in un quadro di condotta illecita. La complessità deriva dal fatto che il comportamento del militare, anche se illecito, non può essere imputato automaticamente allo Stato o all’amministrazione di appartenenza, salvo che si dimostri un suo coinvolgimento o una responsabilità da parte dell’ente pubblico.

**4. La questione dell’omicidio e del suicidio:**
L’omicidio da parte del carabiniere, e il successivo suicidio della coniuge, costituiscono fatti gravi e complessi. La Corte ha ritenuto che tali fatti, pur essendo tragici, non integrano automaticamente una responsabilità civile del Ministero della Difesa, soprattutto se non si dimostra un nesso diretto tra condotte dell’amministrazione e il danno subito. La responsabilità per fatti così gravi richiede la dimostrazione di un comportamento omissivo o commissivo qualificato dell’ente pubblico o dei suoi rappresentanti.

**5. Motivi della decisione della Cassazione:**
La Cassazione, rigettando la richiesta di condanna del Ministero, ha probabilmente sottolineato:
- L’assenza di prove di colpa o negligenza da parte dell’amministrazione o dei soggetti pubblici;
- La mancanza di un nesso causale diretto tra le condotte del personale militare e i danni richiesti;
- La natura personale e intenzionale del fatto illecito, che non può essere imputata all’ente pubblico al di fuori di specifici presupposti di responsabilità oggettiva o di omissioni colpose.

**6. Implicazioni giurisprudenziali e principi applicati:**
La pronuncia si inserisce nel più ampio filone della responsabilità civile statale per fatti illeciti, che richiede la dimostrazione di un coinvolgimento diretto e colposo dell’amministrazione. La decisione ribadisce che la responsabilità non può essere estesa automaticamente a eventi di natura criminale o personale, come omicidi o suicidi, a meno che non emergano elementi che dimostrino una responsabilità organizzativa o gestionale dell’ente.

**7. Considerazioni finali:**
In sintesi, la sentenza della Cassazione evidenzia come, in presenza di fatti individuali e gravi come omicidi e suicidi legati a condotte di singoli soggetti, la responsabilità civile dello stato o di enti pubblici possa essere esclusa qualora non si riesca a dimostrare un coinvolgimento diretto o una negligenza dell’amministrazione. La decisione sottolinea quindi l’importanza di un nesso causale preciso e di una responsabilità qualificata per poter ottenere il risarcimento dei danni in ambito di responsabilità civile statale.

**Conclusione:**
La sentenza rappresenta un chiarimento importante sulla limitazione della responsabilità dello Stato in casi di fatti criminali o personali di soggetti appartenenti alle forze dell’ordine, ribadendo che il risarcimento dei danni può essere riconosciuto solo in presenza di elementi probatori che dimostrino un coinvolgimento diretto e colposo dell’amministrazione.


 

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