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10 luglio 2025

Cassazione 2025- Il caso trattato dalla Cassazione riguarda un tema di grande rilevanza nel diritto tributario e dei consumatori, ovvero la possibilità per il consumatore finale di agire in ripetizione di somme indebitamente riscosse dal fornitore di energia elettrica, in particolare riguardo all’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica, in presenza di una violazione del diritto dell’Unione Europea.

 

 

Cassazione 2025- Il caso trattato dalla Cassazione riguarda un tema di grande rilevanza nel diritto tributario e dei consumatori, ovvero la possibilità per il consumatore finale di agire in ripetizione di somme indebitamente riscosse dal fornitore di energia elettrica, in particolare riguardo all’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica, in presenza di una violazione del diritto dell’Unione Europea.

**Contesto di fatto e normativa applicata**

In primo luogo, si evidenzia che il consumatore finale, ossia il soggetto che acquista energia elettrica per uso domestico o comunque per uso personale, ha pagato al fornitore un importo relativo all’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica. Questa imposta, in linea generale, viene trasferita dal fornitore ai soggetti territorialmente competenti, e rappresenta una componente del costo complessivo dell’energia.

Tuttavia, si verifica una problematica di natura giuridica: l’addizionale provinciale in questione, così come applicata e riscossa, risulta essere in contrasto con quanto previsto dal diritto dell’Unione Europea. Più precisamente, l’errata applicazione o l’illegittima riscossione di questa imposta potrebbe configurare un caso di indebita percezione da parte del fornitore, che si traduce in un arricchimento senza causa.

**Principio di ripetizione di indebito e la sua applicazione**

Il principio cardine applicato è quello della ripetizione di indebito, disciplinato dall’articolo 2033 del Codice Civile, che consente a chi ha pagato somme che si sono rivelate indebitamente dovute di agire in giudizio per ottenere la loro restituzione.

Nella fattispecie, la Cassazione ha confermato che il consumatore, avendo pagato una somma in buona fede sulla base di un’imposizione illegittima, può esercitare l’azione di ripetizione di indebito oggettivo nei confronti del fornitore di energia. La distinzione tra ripetizione di indebito soggettivo e oggettivo è importante: nel primo caso concerne somme pagate in buona fede ma illegittimamente dovute (ad esempio, per errore o per pagamento di un’imposta illegittima), mentre nel secondo si riferisce a somme che non erano mai state dovute dall’inizio.

Nel caso specifico, trattandosi di un’addizionale provinciale che, come si è detto, contrasta con il diritto dell’Unione, il pagamento è considerato indebito in modo oggettivo, rendendo legittimo l’azione di ripetizione da parte del consumatore.

**Implicazioni della sentenza della Cassazione**

La pronuncia della Cassazione rafforza il principio secondo cui il consumatore, che abbia versato somme in violazione del diritto comunitario o di norme nazionali illegittimamente applicate, può agire per ottenere la restituzione di quanto indebitamente pagato, anche in assenza di una specifica controversia tra soggetto pubblico e privato, in quanto la tutela si estende a garantire che le norme applicate siano conformi ai principi di diritto dell’Unione Europea.

Inoltre, la sentenza chiarisce che il fornitore di energia, quale soggetto che ha riscosso l’imposta in modo illegittimo, può essere chiamato in causa per la restituzione delle somme percepite indebitamente, anche se ha agito in buona fede e sulla base di una normativa apparentemente valida al momento del pagamento.

**Considerazioni finali**

Questa decisione si inserisce in una più ampia cornice di tutela dei diritti dei consumatori e di garanzia della corretta applicazione delle norme comunitarie. La possibilità di agire in ripetizione di indebito oggettivo rappresenta un rimedio fondamentale per riparare gli effetti di un’imposizione illegittima e per prevenire arricchimenti senza causa da parte di soggetti privati. 

In conclusione, la Cassazione ha ribadito che il consumatore che ha pagato un’imposta illegittima, quale l’addizionale provinciale all’accisa sull’energia elettrica, può agire contro il fornitore per ottenere la restituzione delle somme indebitamente percepite, in virtù dell’azione di ripetizione di indebito oggettivo, rafforzando così la tutela del diritto comunitario e dei principi di correttezza e buona fede nelle relazioni contrattuali di consumo.

 

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